
Un gesto efferato è avvenuto in un campus scolastico nella città nigeriana di Sokoto: la studentessa cristiana Deborah Emmanuel Yakubu è stata lapidata e bruciata da compagni musulmani per presunta blasfemia.
Deborah Emmanuel Yakubu studiava allo Shehu Shagari College of Education di Sokoto, nella Nigeria occidentale. Il 12 maggio è stata trascinata fuori dalla sua stanza nel campus da alcuni compagni che l’hanno picchiata a morte con pietre e bastoni e poi hanno bruciato il suo corpo. Di questo gesto efferato circolano video, in uno dei quali un giovane musulmano si vanta di aver ucciso Deborah perché avrebbe insultato il profeta Maometto. In un video si sentono grida che dicono: “Allahu akbar!”. Il portavoce della polizia di Sokoto, Sanusi Abubakar, ha confermato il crimine. Due degli autori sono stati arrestati. La scuola rimane chiusa fino a nuovo avviso.
David Ayuba Azzaman, Pastore della King Worship Chapel and Ministries di Kaduna, ha fornito maggiori dettagli su quest’atrocità a Morning Star News. Deborah aveva rifiutato le avances di un compagno di studi musulmano. Questo studente l’aveva quindi accusata di aver bestemmiato Maometto. Deborah Yakubu era la responsabile dell’Unione degli studenti cristiani sul campus. In una Chat di classe si era lamentata del fatto che a scuola i cristiani fossero discriminati rispetto ai compagni musulmani. I media locali hanno riferito che in un’occasione Deborah aveva scritto su WhatsApp di aver superato gli esami grazie all’aiuto di Gesù Cristo e che aveva sempre respinto le richieste da parte musulmana di ritrattare questa dichiarazione. Deborah Yakubu era membro della Evangelical Church Winning All (ECWA).
La Hausa Christians Foundation (HACFO) ha rilasciato una dichiarazione stampa in cui invita alla preghiera: “Pregate per la famiglia di Deborah e per la Fellowship of Christian Students (FCS) e chiedete a Dio di garantire la sicurezza dei cristiani nel campus e in città”. Sokoto è una regione prevalentemente musulmana e la città è la sede del Sultano. Quest’ultimo ha condannato l’omicidio di Deborah Yakubu. Anche il sacerdote cattolico Kelvin Ugwu ha espresso orrore, chiedendo: “Perché fatti come questo continuano ad accadere? Quale parte della nostra costituzione permette che ciò avvenga? Quando potremo finalmente trovarci a discutere per porre fine a questo male?”.
Da anni Christian Solidarity International (CSI) denuncia la crescente violenza contro i cristiani in Nigeria, i quali sono quotidianamente vittima di attacchi in questo Stato africano. L’organizzazione cristiana per i diritti umani riporta regolarmente gli sviluppi attuali sul suo sito web in lingua inglese nigeria-report. CSI aiuta le vittime di violenza e si rivolge al governo con note di protesta. Franklyne Ogbunwezeh è responsabile del lavoro di CSI sui diritti umani in Nigeria. Già a gennaio 2020, CSI aveva avvertito di una crescente violenza contro cristiani, musulmani moderati e membri di altre religioni, tutti considerati “infedeli” dai militanti islamici presenti nel nord e nel centro della Nigeria. Il numero di cristiani uccisi nel Paese a causa della loro fede aumenta da anni. La crescente violenza jihadista minaccia ora di destabilizzare non solo la Nigeria, ma tutta l’Africa occidentale. Urgono misure rapide ed efficaci da parte della comunità internazionale.
Rolf Höneisen
Intervista a Joel Veldkamp, responsabile internazionale della comunicazione di CSI (in inglese)