Comunicato stampa | CSI si impegna per la libertà di un ostaggio armeno

Il cristiano libanese-armeno Vicken Euljekjian è prigioniero in Azerbaigian da oltre tre anni. In collaborazione con il collettivo ginevrino “Libertas”, CSI si sta adoperando in modo particolare per la sua liberazione.

Primo piano di Vicken Euljekjian, un uomo armeno imprigionato da 3 anni in Azerbaigian.

Vicken Euljekjian è prigioniero in Azerbaigian da oltre tre anni. CSI ha deciso di patrocinare la sua causa e di impegnarsi in particolar modo per la sua liberazione. Foto: Libertas

 

Dopo l’attacco dell’Azerbaigian al Nagorno-Karabakh alla fine di settembre 2020, il 9 novembre 2020 era stato firmato un cessate il fuoco. Questo prevedeva lo scambio di tutti i prigionieri di guerra tra Azerbaigian, Armenia e Nagorno-Karabakh. All’inizio del 2021, tutti i prigionieri di guerra azeri sono stati rilasciati. Tuttavia, il rimpatrio dei prigionieri armeni è stato interrotto prematuramente dall’Azerbaigian.

Stando al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), all’inizio del 2023 Baku deteneva ancora oltre 20 prigionieri di guerra armeni accusati di terrorismo. Essi erano stati condannati a pene detentive tra i 4 e i 20 anni, in violazione dell’accordo di cessate il fuoco e delle Convenzioni di Ginevra. Vicken Euljekjian è uno di loro.

La lotta per il rilascio di Euljekjian

Per questo motivo il collettivo Libertas, composto dalle organizzazioni “Hyestart”, “Centre for Law and Conflict Resolution (Caucasus Watch)” e “Observatoire d’arménophobie”, ha lanciato la campagna Libertas nella primavera del 2023, con l’obiettivo di proteggere i prigionieri di guerra armeni da trattamenti degradanti e di garantirne il rilascio attraverso sponsorizzazioni.

CSI ha deciso di patrocinare la campagna per il rilascio di Vicken Euljekjian e si impegna quindi in special modo per la sua liberazione. Alexis Krikorian (Hyestart) del Collettivo Libertas afferma: “Siamo molto grati a CSI. Questo gesto rafforzerà la nostra campagna per la liberazione di tutti gli armeni ingiustamente detenuti in Azerbaigian”.

Joel Veldkamp, responsabile della comunicazione internazionale di CSI, afferma: “Per tre anni, la dittatura azera ha tenuto in ostaggio Vicken per il semplice fatto che è armeno. Il suo caso è emblematico della campagna genocida condotta dall’Azerbaigian contro il popolo armeno. Per noi è un onore essere al fianco di Vicken e della sua famiglia”.

Ad aprile 2023, il sindaco di Lione aveva deciso di sostenere la causa del prigioniero di guerra Grigor Saghatelyan. Anche l’ex consigliera agli Stati ginevrina Lisa Mazzone (Verdi) è fra i sostenitori.

Una famiglia sradicata

Il 10 novembre 2020, Vicken Euljekjian viaggiava in auto con la sua socia in d’affari Maral Najarian nella regione del Nagorno-Karabakh, quando i due sono stati fermati da soldati azeri. Il giorno prima era stato dichiarato il cessate il fuoco nella guerra di 44 giorni tra Armenia e Azerbaigian, durante la quale l’Azerbaigian aveva conquistato parte del Nagorno-Karabakh, una regione dove gli armeni vivevano da oltre 1’000 anni.

Euljekjian voleva raggiungere il suo ristorante, tuttavia non si era reso conto che il locale ora si trovava sul lato azero della linea di cessate il fuoco. I soldati azeri hanno così arrestato i due, accusando Euljekjian di essere un mercenario. Maral Najarian è stata rilasciata successivamente, dopo aver testimoniato sotto tortura contro il suo socio in affari. Lui, invece, è stato condannato a 20 anni di carcere.

Vicken Euljekjian è un armeno originario del Libano. I suoi antenati si sono stabiliti lì dopo essere sopravvissuti al genocidio degli armeni perpetrato dall’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1923.

A causa della crisi economica in Libano, nel 2017 Vicken si era trasferito in Armenia e poi in Nagorno-Karabakh, dove sperava di ricostruire una vita migliore per sé e per la sua famiglia. Ora, invece, la sua famiglia non lo vede da oltre tre anni.

Una speranza vana

A dicembre 2023, tre mesi dopo la conquista completa del Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian ha annunciato di voler effettuare uno scambio di prigionieri con l’Armenia. La famiglia di Euljekjian ha letto con grande sollievo il nome di Vicken nella lista degli ostaggi da liberare. Sua moglie Linda ha detto di essersi “preparata al suo arrivo con grande gioia”. Una settimana dopo, tuttavia, lo scambio di prigionieri è avvenuto senza di lui.

L’Azerbaigian è tristemente noto per maltrattare i prigionieri politici. Di conseguenza, vi sono grandi timori sullo stato di salute di Euljekjian dopo tre anni di carcere. In un’intervista di novembre 2023, Linda ha dichiarato che il marito in prigione aveva perso 15 chili e che soffriva di vuoti di memoria.

La donna a volte teme che il marito sia prossimo alla morte, tuttavia non si dà per vinta: “Tutta la famiglia ha promesso a Vicken di lottare fino all’ultimo respiro per il suo rilascio”.

Comunicato stampa (PDF)

 

Contatti:

Joel Veldkamp, Responsabile per la comunicazione internazionale di CSI, 076 258 15 74, joel.veldkamp@csi-int.org
Reto Baliarda, Redattore senior di CSI-Svizzera, 078 917 71 27, reto.baliarda@csi-schweiz.ch

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