Vardan Tadevossian: “Non sappiamo se domani saremo ancora qui. Pregate per noi.”

Il 13 settembre 2022, l’Azerbaigian ha lanciato una grande offensiva contro l’Armenia: centinaia di persone sono state uccise e le bombe continuano a cadere. Se l’Armenia verrà sconfitta, i 120’000 abitanti dell’enclave del Nagorno-Karabakh dovranno prepararsi al peggio. Abbiamo parlato con Vardan Tadevossian, il partner di CSI nel Nagorno-Karabakh nonché direttore del Centro di riabilitazione Lady Cox di Stepanakert, il capoluogo della regione. Tadevossian non sa per quanto tempo ancora sarà in grado di mantenere in funzione il centro di riabilitazione. La paura è diffusa tra i pazienti e il personale.

Vardan Tadevossian (il quinto da destra), direttore del centro di riabilitazione, con collaboratori e pazienti. Il loro futuro è incerto. csi

Vardan Tadevossian (il quinto da destra), direttore del centro di riabilitazione, con collaboratori e pazienti. Il loro futuro è incerto. csi

 

CSI: Vardan, come sta Lei e qual è la situazione al centro di riabilitazione?

Proprio ora i miei collaboratori hanno lasciato il centro al termine della giornata di lavoro. Non sanno se potranno tornare domani. Tutti sono insolitamente silenziosi quando trattano i pazienti ma fanno del proprio meglio per non mostrar loro il proprio stato d’animo. Molti dei soldati attualmente in cura presso il centro, infatti, si sentono inutili perché hanno subito gravi ferite e disabilità durante la guerra del 2020. I mariti, fratelli e figli di molte donne del nostro staff stanno combattendo nell’esercito proprio ora… Potete immaginare come si sentono! Sappiamo che molti nuovi soldati feriti prima o poi verranno portati da noi. Al momento stiamo pregando affinché i nostri giovani vengano feriti ma non uccisi.

CSI: Avete un rifugio dove i pazienti possono stare al sicuro?

Purtroppo no, non abbiamo un rifugio. Le nostre autorità non si sono preoccupate dei rifugi negli ultimi 28 anni e pochissimi edifici ne sono dotati. Durante la guerra del 2020, tutto il mio staff e i miei pazienti sono stati evacuati in Armenia, mentre io ho soggiornato qui con due infermiere e un autista. Abbiamo consegnato medicinali negli scantinati dove la gente si nascondeva durante il conflitto. Al momento stiamo costruendo un rifugio nel cortile del centro, speriamo di riuscire a terminarlo e di avere spazio a sufficienza per tutti gli ospiti della clinica.

CSI: Abbiamo saputo che il personale e i pazienti del centro di riabilitazione hanno paura di ciò che sta accadendo. Che cosa dice loro?

È chiaro che il personale e i pazienti siano spaventati! Si rendono conto, infatti, che qui siamo tutti senza protezione e che non c’è nessun Paese alleato che ci aiuta. Sappiamo tutti della guerra in Ucraina e pensiamo che gli azeri sfrutteranno quest’opportunità per cacciarci dalla nostra patria. Chi è che pensa a noi? Ripeto ai miei collaboratori di pregare e di non perdere la speranza, che la situazione si risolverà presto grazie a decisioni diplomatiche. Qui, però, non vediamo alcun progresso. Dopo ogni incontro fra il primo ministro armeno Pashinyan e il presidente azero Aliyev subiamo un attacco. Gli azeri vogliono il Karabakh, ma anche la regione di Syunik in Armenia, e poi tutta l’Armenia. Non si fermeranno finché non l’avranno conquistata tutta.

CSI: Qual è la disponibilità attuale di cibo, acqua ed elettricità in Karabakh?

Per ora le scorte di cibo ci sono ma non sappiamo come sarà tra qualche giorno. I prezzi degli alimenti sono aumentati, come in tutto il mondo, anche se ciò non ha ancora causato problemi. L’approvvigionamento idrico è buono, così come quello elettrico. Ma la situazione può cambiare da un momento all’altro.

CSI: Un attacco all’Armenia ora era previsto?

No, non ce lo aspettavamo. Pensavamo che ci sarebbe presto stata una guerra, ma con un attacco qui in Nagorno-Karabakh, non in Armenia.

CSI: il Nagorno-Karabakh è circondato dall’esercito azero. Cosa significa questo per i suoi abitanti?

Ci sentiamo non protetti e, chiaramente, sappiamo che stiamo affrontando tempi difficili, soprattutto nel caso non ricevessimo alcun sostegno dall’Armenia. Come è noto, l’Armenia potrebbe presto riconoscere il Nagorno-Karabakh come parte dell’Azerbaigian. Non ci sono parole per descrivere i sentimenti della popolazione armena cristiana che vive qui. Dopo la guerra di tre anni fa, oggi ci sentiamo come in un film dell’orrore… è peggio di un incubo!

CSI: Cosa possono fare, ora, CSI e i suoi sostenitori per lei, per il centro e per la popolazione del Nagorno-Karabakh?

CSI ha sostenuto il nostro progetto di riabilitazione dopo la guerra del 2020 per il quale siamo molto riconoscenti. Speriamo fermamente che la nostra collaborazione continui. Sono grato per tutto ciò che CSI, con l’aiuto dei suoi sostenitori, sta facendo per noi e che spero continuerà a fare in futuro. Un futuro che, onestamente, non ho idea di come sarà. Poveri abitanti del Nagorno-Karabakh. Abbiamo bisogno delle vostre preghiere ora!

Intervista: Rolf Hoeneisen

Il Centro di riabilitazione Lady Cox di Stepanakert

CSI sostiene il Centro di riabilitazione Lady Cox di Stepanakert, la città principale del Nagorno-Karabakh. Il centro fornisce cure all’avanguardia e gratuite a migliaia di bambini e adulti con menomazioni o ferite di guerra. Durante la guerra del 2020, ha dovuto evacuare personale e pazienti in Armenia per sfuggire ai bombardamenti azeri, mentre il direttore Vardan Tadevossian è rimasto sul posto insieme a due membri dello staff per prendersi cura delle persone che non potevano spostarsi. Oggi si ritrova ad affrontare la stessa situazione: per quanto tempo potrà continuare ancora la sua attività?

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