Comunicato stampa | CSI agli Stati membri delle Nazioni Unite: basta sanzioni economiche contro i civili!

CSI chiede agli Stati membri dell’ONU di porre fine alla piaga delle sanzioni economiche contro le popolazioni civili. Secondo CSI, più di 800 milioni di persone nel mondo ne sono vittima.

Primo piano di Joel Veldkamp (CSI) e della fila di bandiere delle nazioni davanti alla sede dell'ONU a Ginevra.

Joel Veldkamp di CSI: “Le sanzioni economiche unilaterali colpiscono in primo luogo la popolazione civile sofferente”. Foto: csi

 

L’organizzazione per i diritti umani Christian Solidarity International (CSI) chiede agli Stati membri delle Nazioni Unite di abolire tutte le sanzioni economiche che nuocciono ai civili. In una dichiarazione rilasciata in occasione della 55a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite tenutosi a Ginevra venerdì 15 marzo 2024, Joel Veldkamp, responsabile della comunicazione internazionale di CSI, ha affermato: “Le sanzioni economiche sono sempre più utilizzate come misure coercitive unilaterali, il che contraddice la posizione del Consiglio per i diritti umani. Infatti, nella risoluzione 27/21, quasi dieci anni fa, il Consiglio di sicurezza ha espresso la sua preoccupazione per le “conseguenze arbitrarie delle sanzioni unilaterali” e, allo stesso tempo, ha invitato tutti gli Stati ad astenersi dall’approvare, mantenere o attuare misure coercitive unilaterali incompatibili con il diritto internazionale”.

Posizione del Consiglio ignorata

“Purtroppo le parole del Consiglio non sono state ascoltate”, ha denunciato Veldkamp a Ginevra. “Oggi, più di 800 milioni di persone vivono in Paesi soggetti a sanzioni; si tratta di circa il 10% della popolazione mondiale”.

CSI ha quindi chiesto a tutti gli Stati membri di interrompere l’applicazione di misure coercitive unilaterali che provocano sofferenze unicamente alla popolazione civile.

Situazione paradossale in Siria

Veldkamp ha fatto riferimento in particolare alla Siria: “In questo Paese, le misure coercitive unilaterali imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati stanno avendo effetti devastanti sui civili. Oggi il 90% dei siriani vive al di sotto della soglia di povertà. La situazione è paradossale: sebbene la violenza in Siria sia diminuita, le sanzioni economiche sono state intensificate nel 2018”. Di conseguenza, la situazione umanitaria in Siria oggi è peggiore rispetto all’inizio del conflitto, addirittura al punto che molte persone ricordano quasi con nostalgia gli anni della guerra perché allora almeno avevano abbastanza da mangiare.

Appello a collaborare con il relatore speciale delle Nazioni Unite

CSI sostiene il lavoro della professoressa Alena Douhan, relatore speciale delle Nazioni Unite sull’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sul godimento dei diritti umani, e invita tutti gli Stati a collaborare pienamente con l’ufficio di quest’ultima. Stando a Veldkamp, “Gli Stati Uniti non hanno risposto alle comunicazioni formali del relatore speciale per oltre sei anni”.

Comunicato stampa (PDF)

Contatti

Joel Veldkamp, Responsabile della comunicazione internazionale di CSI, 076 258 15 74, joel.veldkamp@csi-int.org

Rolf Höneisen, Responsabile della comunicazione di CSI-Svizzera, 079 333 38 79, rolf.hoeneisen@csi-schweiz.ch

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