“Sono molto colpito dal coraggioso impegno dei nostri partner”

A fine marzo, il direttore di CSI John Eibner si è recato nell’Ucraina occidentale con la responsabile dei progetti per il Vicino Oriente. In questa intervista descrive come ha vissuto la situazione sul posto e quali incontri lo hanno particolarmente toccato.

John Eibner con il Vescovo Mykola Petro Lutschok, amministratore apostolico della diocesi di Mukačevo, e Mira Milavec di Caritas-Spes. A sinistra, l’interprete della diocesi. csi

CSI: Quale zona dell’Ucraina ha visitato?

John Eibner: Siamo stati a Mukačevo, una città della Transcarpazia nell’Ucraina occidentale, per farci un’idea in prima persona dell’emergenza umanitaria e di quanto succede in questo Paese dove imperversa la guerra. Volevamo inoltre vedere come vengono attuate le misure di aiuto sostenute da CSI.

Mukačevo attualmente è uno dei luoghi più sicuri in Ucraina. È situata a Sud dei Carpazi e a circa 45 minuti di auto dal confine ungherese, in gran parte demilitarizzato. Visto che si tratta di una città relativamente sicura è diventata centro di numerose azioni umanitarie internazionali: gli aiuti umanitari provenienti da altri Paesi europei vi confluiscono e vengono poi trasportati alle persone bisognose che si trovano nelle città assediate o occupate del Paese. Mukačevo è inoltre diventata un porto sicuro per decine di migliaia di sfollati provenienti dalle aree di conflitto e che hanno deciso, almeno per il momento, di non lasciare il Paese e di non cercare rifugio all’estero.

Siamo rimasti colpiti dall’impegno e dalla professionalità del partner di CSI Caritas-Spes. In particolare, ci hanno colpito anche la calma e l’ordine che regnavano nonostante il grande afflusso di sfollati e la minaccia di guerra in tutto il Paese, compresa l’Ucraina dell’Ovest.

Cos’ha appreso dagli sfollati che ha incontrato?

Dagli sfollati e dagli operatori ecclesiali sul posto abbiamo sentito storie di persone singole e di famiglie che si sono viste costrette a fuggire dalle proprie case. Alcune di loro sono fuggite perché il loro quartiere era stato bombardato.

Una donna in fuga ci ha mostrato le foto dei palazzi bombardati, ancora fumanti, nella sua via e ci ha raccontato della pericolosa e drammatica fuga in auto con i figli. Questi ultimi erano talmente traumatizzati da essere rimasti in silenzio per tutta la durata del viaggio (14 ore), finché non erano finalmente al sicuro.

Dai nostri partner abbiamo inoltre appreso la sofferenza delle persone che si trovano ancora nelle città assediate e occupate del Paese, dove non ci sono più viveri, medicamenti e altri beni di prima necessità. Gli sfollati sono uomini e donne, adulti e bambini. Dove possibile, le famiglie fuggono insieme, anche se gli uomini più giovani normalmente devono restare a difendere la loro Patria.

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Con il loro programma ricreativo queste volontarie di Caritas portano un po’ di gioia ai bambini. csi

Quali esperienze o incontri l’hanno personalmente colpita, in modo particolare?

Tre incontri mi hanno particolarmente colpito.

Il primo è stato quello con una madre e con la sua bambina che sono state accolte da un Focolare femminile. Non abbiamo visto la mamma: era così angosciata da non voler quasi uscire dalla sua piccola stanza. La bimba, invece, vagava per la casa cercando qualcosa da fare o qualcuno con cui parlare. Aveva perso tutti i suoi amici d’infanzia e non poteva più uscire in strada da sola per giocare, tuttavia, non aveva perso il suo sorriso e la sua gioia di vivere e, per grazia, ha trovato rifugio in una comunità cristiana premurosa che si occupa amorevolmente di lei.

Sono inoltre impressionato dall’agire rapido e coraggioso dei nostri partner cristiani, i quali hanno dato prova di una professionalità che merita l’ammirazione e il rispetto di ogni sostenitore di CSI. Questi partner sono il perfetto esempio di Christian Solidarity International in azione.

Infine, questo viaggio in Ucraina mi ha permesso di capire quanto la gente a queste latitudini abbia sofferto negli ultimi secoli. Me ne sono accorto osservando due cartine appese al muro dell’ufficio del Vescovo di Mukačevo: la prima presentava la demografia religiosa della regione all’inizio della Seconda guerra mondiale, mentre la seconda illustrava la situazione attuale: quella che un tempo era una grande comunità ebraica è stata decimata e altre minoranze vulnerabili sono diminuite drasticamente. Guardare quelle mappe mi ha tristemente ricordato gli eserciti che sono passati attraverso quella che oggi è l’Ucraina, seminando morte e distruzione mentre le potenze e i principati del mondo gareggiavano fra loro per il potere e il prestigio. Questa triste storia si ripete ancora oggi.

Intervista di Reto Baliarda

Ecco come CSI aiuta le vittime della guerra

CSI fornisce alle vittime della guerra aiuti vitali come viveri, alloggi e medicamenti. Un altro aspetto importante degli aiuti è quello di offrire comunione, che è espressione dell’amore di Dio.

“Ciò che sta succedendo qui è una tragedia indescrivibile!” – CSI Svizzera (csi-svizzera.ch)

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