
La situazione delle donne e delle minoranze religiose in Egitto, l’espulsione dei cristiani armeni nel Nagorno-Karabakh, la discriminazione dei cristiani in Pakistan ma anche molti segni di speranza: ecco di cosa si è parlato durante la Giornata CSI tenutasi il 3 e 4 settembre a Zurigo e Losanna.
Pastore Peter Märki: “Siamo un unico corpo: se un membro soffre, tutti soffrono con lui.” csi
I cristiani devono essere solidali gli uni con gli altri. Lo ha sottolineato il Pastore Peter Märki, Presidente della Fondazione CSI-Svizzera, nella sua introduzione basata sulla prima lettera ai Corinzi. Ben 160 ospiti hanno partecipato con vivo interesse alla conferenza annuale dell’organizzazione per i diritti umani e di aiuto umanitario Christian Solidarity International (CSI), tenutasi il 3 e 4 settembre a Zurigo e Losanna. Le relazioni hanno fornito utili informazioni di contesto e numerosi esempi di come le persone in difficoltà possono essere aiutate in modo sostenibile.
La copta Mariz Tadros, esperta di fama internazionale sui temi della persecuzione religiosa e della violenza di genere, ha sottolineato nella sua presentazione che è necessaria una duplice strategia per combattere la discriminazione sistematica delle minoranze religiose. All’esterno, le strutture inique devono essere messe in discussione e, all’interno, le minoranze devono rafforzare la propria immagine e coesione. Laddove prevalgono leggi ingiuste (Tadros ha fatto l’esempio della legge di successione egiziana basata sulla Sharia), “bisogna cercare modi creativi per garantire la giustizia di genere”. A questo proposito, ha citato esempi di copti che redigono contratti di eredità all’interno della propria famiglia.
Tadros ha poi affrontato la questione dei matrimoni e delle conversioni forzate. Le ragazze appartenenti a minoranze religiose sono facile preda di queste pratiche e diventano vittime indifese perché gli autori dei reati e la società collaborano. Gli uomini cercano prima di tutto di conquistare la fiducia delle ragazze con dolci parole per costringerle poi, una volta che la relazione è in uno stadio avanzato, a cambiare religione e a sposarsi dietro pesanti minacce. Questa forma di abuso è chiamata “grooming” e viene usata per esercitare controllo e potere. È importante che i genitori coinvolti non reagiscano con vergogna ma che facciano capire alla propria figlia che le vogliono bene e che si rivolgano alle autorità.
Joel Veldkamp, storico e responsabile della comunicazione internazionale di CSI, ha riassunto brevemente la storia dell’enclave armena del Nagorno-Karabakh, dove vive una delle più antiche comunità cristiane al mondo. Il 27 settembre 2020, l’esercito azero ha lanciato un grande attacco dopo il quale 100’000 persone sono dovute fuggite in Armenia. In 44 giorni sono morti 7’000 soldati. In tutto, 193 villaggi armeni cristiani sono stati occupati dall’Azerbaigian. Oggi, 120’000 cristiani del Nagorno-Karabakh vivono circondati dall’esercito azero, fra loro vi sono le forze di pace russe con 2’000 uomini. Quello dipinto da Veldkamp è un quadro desolante: “CSI e i nostri amici armeni temono un ulteriore attacco che potrebbe annientare la comunità cristiana armena del Nagorno-Karabakh”.
CSI collabora con le chiese armene per sostenere gli sfollati più bisognosi e aiutarli ad iniziare una nuova vita. Il centro di riabilitazione a Stepanakert è diventato un segno di speranza nella regione: ogni anno, circa 1’000 feriti, amputati e disabili vi ricevono cure adeguate e altre 300 persone vengono assistite mediante visite a domicilio. Vardan Tadevosyan è l’artefice dello sviluppo di questa imponente struttura: il terapeuta, nonché direttore, avrebbe dovuto intervenire alla Giornata CSI ma gli è stato rifiutato il visto. Joel Veldkamp ha chiesto con urgenza di pregare non solo per il direttore del centro e per i cristiani del Nagorno-Karabakh ma anche per la popolazione dell’Azerbaigian.
Anjum Paul si è collegato in diretta video da Faisalabad poiché anche a lui è stato negato il visto d’ingresso in Svizzera. Professore di scienze politiche e partner di lunga data di CSI in Pakistan, ha elencato i numerosi problemi che i cristiani devono affrontare nel Paese islamico: la discriminazione è presente in tutti gli ambiti della società, fino alla persecuzione dichiarata. I cristiani vengono aiutati mediante assistenza alle vittime, supporto legale, formazione e alloggi sicuri. Attualmente, il Prof. Anjum Paul si occupa inoltre di coordinare le operazioni di aiuti d’emergenza alle vittime delle alluvioni monsoniche in Pakistan, grazie alla collaborazione con un’ampia rete di cristiani locali.
Riferendosi alle sue impressioni dopo la Giornata CSI, Heidi Strack di Koblenz AG si è detta molto toccata dal contributo sull’Egitto: “È triste e allarmante che le giovani donne copte siano così ingannevolmente braccate dai musulmani. Ritengo quindi positivo e importante che Mariz Tadros si schieri a favore di queste giovani e cerchi di aiutarle. Mi ha inoltre colpito l’introduzione del Pastore Peter Märki: i cristiani sono un unico corpo, non dobbiamo essere indifferenti ai nostri fratelli perseguitati”.
Undine Tschudi di Männedorf ZH è grata per la giornata ricca di spunti. “Purtroppo constato ancora una volta che i media riportano solo raramente della difficile situazione dei cristiani perseguitati in aree come il Nagorno-Karabakh. Speriamo e preghiamo che non scoppi una nuova guerra nella regione.
Heinz Bigler di Opfikon ZH ha partecipato per la terza volta a una Giornata CSI: “Ho la possibilità di ascoltare testimonianze dirette, vive, da chi lavora sul campo.” È inoltre entusiasta del fatto che per CSI lavorino persone di confessioni cristiane diverse. Un’affermazione di Tadros lo ha particolarmente colpito: “Per la coesione dei cristiani copti, il rafforzamento della loro comunità è di grande importanza”.
Da tempo David Dätwyler di Rothrist AG ha a cuore i cristiani perseguitati: “mettono in discussione la mia fede personale.” Appassionato di storia, ha trovato stimolante la relazione sul conflitto in Nagorno-Karabakh. Dalla conferenza sull’Egitto ha tratto invece la consapevolezza che la parità di trattamento delle donne è importante per il rafforzamento della comunità cristiana.
Andrea Weber di Rafz ZH si confronta sempre nuovamente con la causa dei cristiani perseguitati. “Ammiro i partner di CSI che rimangono in questi Paesi insicuri per difendere i loro fratelli e sorelle perseguitati nella fede, anche a rischio della loro stessa vita. In confronto, noi qui viviamo in una zona di comfort estremo”.
Christian Solidaritiy International è stata fondata nel 1977 dal Pastore Hansjürg Stückelberger. CSI combatte la discriminazione religiosa nel mondo e sostiene progetti di aiuto in 14 Paesi. Il presidente internazionale è John Eibner, il presidente della Fondazione CSI-Svizzera è il Pastore Peter Märki e Simon Brechbühl ne è il direttore.
Rolf Hoeneisen, Responsabile per i media
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Simon Brechbühl, Direttore
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