
Dopo 26 anni di schiavitù, Agot Alou Athian è finalmente libera e fa ritorno in Sudan del Sud. Con l’aiuto iniziale di CSI, può cominciare una nuova vita in libertà e dignità.
Siamo nel 1996: dei miliziani islamisti su cavalli al galoppo attaccano il villaggio sud sudanese di Malualkuel, aprendo il fuoco e radunando gli abitanti. Presa dal panico, Agot Alou Athian (14 anni) fugge verso la foresta, ma un cacciatore di schiavi la cattura e la trascina verso il luogo dove gli altri abitanti del villaggio sono radunati.
Quando la carovana di prigionieri attraversa il confine sudanese, tre uomini si rifiutano di andare oltre e vengono fucilati sul posto, sotto gli occhi della giovane che urla di orrore.
Giunta in Sudan (Nord), Agot viene venduta ad un uomo la cui terza moglie ha appena avuto due gemelli. Agot deve prendersi cura dei neonati e, se qualcosa non va bene alla madre, Agot viene insultata con l’epiteto “sporca Dinka!”. Per Agot è l’inizio di una vita di umiliazioni: subirà insulti, percosse, stupri e pure l’islamizzazione forzata.
Agot Alou Athian non ha alcun diritto. La sua voce non conta niente. È ridotta ad una semplice schiava. “Di notte pregavo Dio di riportarmi in Sudan del Sud”, racconta.
Qualche settimana fa, Agot è venuta a conoscenza del programma di liberazione di schiavi organizzato da CSI. Quando il suo padrone arabo l’ha mandata a fare la spesa, si è fatta coraggio. Al mercato, ha incontrato un liberatore che l’ha portata in un luogo sicuro e ha pagato per la sua liberazione.
Oggi Agot Alou Athian ha 40 anni e vive di nuovo in Sudan del Sud. Con l’aiuto di CSI, sta costruendo una nuova vita, una vita in libertà e dignità.
In Sudan vivono ancora decine di migliaia di schiavi. Grazie al Suo sostegno, CSI può liberare persone che soffrono come Agot. Grazie di cuore.