Sostegno ai cristiani perseguitati in Medio Oriente

Cerchi di immaginare: allo svegliarsi un mattino scopre che quasi tutti gli abitanti della sua città sono spariti. Le strade sono deserte, qua e là pattugliano uomini armati, il silenzio è assordante.

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È esattamente quanto successe a Ghazala e Victoria. Dapprima non capirono la situazione, poco a poco, però realizzarono: lo Stato Islamico aveva conquistato Karemlash. Per tre giorni le due anziane signore si nascosero in casa, senza acqua corrente né elettricità. Quando aprirono la porta di casa per prendere aria, furono scoperte da tre uomini armati e immediatamente poste di fronte alla scelta di convertirsi all’islam o di dover lasciare la città. Le due cristiane rifiutarono di abiurare la loro fede e furono senza indugio scacciate. A un checkpoint dei terroristi furono derubate di tutti gli oggetti di valore; assieme a dieci altri cristiani fuggirono a Erbil, dove da allora vivono in un campo profughi. Il loro cuore, tuttavia, è ancora attaccato alla loro città natale e sperano un giorno di tornare a Karemlash. La loro gratitudine per le visite dei collaboratori di CSI e per l’aiuto materiale ricevuto è grande.

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