Migliaia di vittime del terremoto hanno bisogno di aiuto!

Oltre 55’000 persone sono rimaste ferite nelle macerie del forte terremoto verificatosi il 6 febbraio nel Sud-Est della Turchia e nel Nord della Siria. Le vittime segnalate sono già più di 15’000 e il numero è in continuo aumento. La gente ha bisogno di assistenza medica, di un tetto sopra la testa e di cibo. I partner di CSI in Siria forniscono aiuti di emergenza.

+++ aggiornato il 9 febbraio 2023 alle ore 8.30 +++

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Un palazzo ridotto in macerie dal terremoto ad Aleppo. csi

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Il 6 febbraio 2023, forti terremoti hanno scosso l’Anatolia meridionale e la Siria settentrionale: migliaia di edifici sono crollati durante le scosse insolitamente lunghe. È elevato il numero di morti e feriti, parte dei quali giace ancora sotto montagne di macerie. Padre Bahjat Elia Karakach ad Aleppo, in Siria, ha descritto all’agenzia SIR lo spavento e il panico provocati dal terremoto: “Lo shock è stato enorme. Le persone sono corse in strada in preda al panico, perlomeno quelle che sono riuscite ad uscire dagli edifici. Molti sono rimasti sepolti sotto le macerie. Piove e fa freddo. Ho visto persone fuggire a piedi nudi e in pigiama in cerca di un posto sicuro. Abbiamo aperto la nostra chiesa e distribuito bevande calde e un po’ di cibo.”

Non dimentichiamo la Siria!

Il sisma ha colpito anche la Siria, un Paese già duramente provato da anni di guerra e dalle conseguenti sanzioni. Le persone, le famiglie e i bambini qui sono quindi particolarmente colpiti dal nuovo disastro. L’inverno, inoltre, rende la situazione ancora più difficile. Padre Bahjat afferma: “Siamo tutti scioccati: non bastavano la guerra e la povertà, ora anche il terremoto!” Il religioso si augura che le sanzioni vengano sospese, in modo che gli aiuti umanitari, disperatamente necessari, possano raggiungere anche il Nord della Siria. Senza ulteriori aiuti, le strutture di soccorso e sanitarie del Paese non saranno in grado di far fronte a questa situazione di estremo bisogno. Particolarmente colpite sono le città di Aleppo, Idlib, Latakia e Hama.

Chiese trasformate in rifugi di emergenza

Le chiese rimaste intatte servono al momento da rifugi di emergenza: 300 persone rimaste senza tetto, ad esempio, hanno cercato riparo nella chiesa siro-ortodossa di Aleppo. I partner locali di CSI, loro stessi colpiti dal terremoto, stanno facendo il possibile per aiutare le vittime, un esempio sono i 700 sfollati accolti in un convento con l’aiuto dei collaboratori di CSI. L’edificio sta letteralmente scoppiando. Nabil Antaki riferisce: “Ad Aleppo ci sono decine di edifici crollati, centinaia di morti e migliaia di feriti. Il governo ha ordinato la chiusura delle scuole per trasformarle in rifugi di emergenza. Subito dopo il terremoto abbiamo aperto il convento per accogliere e ospitare tutte le persone in cerca di riparo. Da stamattina vi si trovano 700 persone: abbiamo offerto loro un pasto, una zuppa, un tè, un po’ di calore e, per coloro che erano usciti di casa in pigiama, vestiti. Ora però ad Aleppo è sera. Cosa faranno tutte queste persone?”

“Le sanzioni devono essere revocate subito!”

“Oggi, a maggior ragione, è importante essere vicini alle persone traumatizzate dal terremoto”, afferma il vescovo caldeo di Aleppo Antoine Audo. Audo ha descritto il terremoto all’agenzia Fides come “una catastrofe a cui non siamo abituati. Dopo dodici anni di guerra questa è, per così dire, una nuova terribile bomba che ci cade addosso, mortale e sconosciuta.” Nabil Antaki, collaboratore di CSI, sottolinea un’altra questione: la Siria è da anni sottoposta a pesanti sanzioni internazionali. Gli aiuti arriveranno a sufficienza nel Nord della Siria? Le sanzioni andrebbero revocate subito, è quindi la sua richiesta.

Viveri, medicinali, ricostruzione

Quello verificatosi in data odierna è il peggior terremoto nella regione da cento anni a questa parte. I soccorsi di CSI forniscono ciò che è immediatamente necessario, ad esempio pasti, medicinali e rifugi di emergenza. I nostri partner organizzano tutto sul posto: grazie alle loro reti di contatti, per lo più tramite le chiese locali, riescono a raggiungere rapidamente chi ha urgentemente bisogno di aiuto. Simon Brechbühl, direttore di CSI, afferma: “Il bisogno è grande, soprattutto nel Nord della Siria. I nostri collaboratori sul posto stanno aiutando le vittime del sisma. Siamo grati per ogni forma di sostegno che riceveremo!”

Rolf Höneisen

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