Lettera da Aleppo n° 44 | TUTTO QUESTO PER NIENTE!

Il Dott. Nabil Antaki, collaboratore di CSI ad Aleppo, ha scritto una nuova lettera sulla situazione attuale in Siria che riportiamo di seguito per esteso. L’epistola fa seguito al suo libro “Lettere da Aleppo. Testimonianza dalla Siria in guerra (2012-2020)”, scritto insieme a Georges Sabé e pubblicato da L’Harmattan ITALIA (2020).

Una Siria sofferente: edifici bombardati nella città vecchia di Aleppo; il Dott. Nabil Antaki. csi

Una Siria sofferente: edifici bombardati nella città vecchia di Aleppo; il Dott. Nabil Antaki. csi

 

Il mondo non ha mai visto tanta solidarietà quanto quella verso il popolo ucraino. Stati, in particolare occidentali, associazioni internazionali, agenzie delle Nazioni Unite, ONG e persone comuni hanno agito rapidamente e con estrema generosità per alleviare le sofferenze dei profughi, degli sfollati e dei feriti. I corrispondenti dei media mainstream sin dai primi giorni del conflitto hanno riferito di aver incontrato in Ucraina “persone come noi, che si vestono come noi, che vivono in città che somigliano alle nostre…”. Come se alleviare la sofferenza dipendesse da tali criteri.

Delle guerre evitabili

Senza entrare in una polemica politica, possiamo ancora affermare che questa guerra avrebbe potuto essere evitata. Come d’altronde la guerra in Afghanistan terminata ignominiosamente con il ritiro delle truppe statunitensi dopo aver causato centinaia di migliaia di morti e costata trilioni di dollari. “Tutto questo per niente”, ha scritto un editorialista.

Come si sarebbe potuto evitare la guerra senza fine innescata in Siria ormai oltre undici anni fa, che insieme alle inique sanzioni hanno rovinato il Paese e immiserito la popolazione, conseguenze sicuramente messe in conto. La guerra ha causato sinora la morte di 500.000 persone e le sofferenze di centinaia di migliaia di feriti e amputati, ha spinto 5 milioni di persone a rifugiarsi nei Paesi circostanti, 1 milione a emigrare in Occidente e 8 milioni di sfollati ad abbandonare le loro abitazioni.

Tre guerre che si sarebbero dovute evitare e intraprese dietro i falsi alibi e i falsi pretesti per iniziarle, ragioni geopolitiche inaccettabili, machiavellismi, cinismo riprovevole e vergognoso.

Una situazione insostenibile

Non c’è ormai quasi nessun combattimento in Siria da diversi anni, ma questo stato di “né guerra né pace” è insostenibile. La guerra ha distrutto e l’assenza di pace impedisce la ricostruzione e la riconciliazione. Come ha detto qualcuno: ‘’I conflitti congelati, che spesso sono conflitti insolubili, finiscono inesorabilmente per riscaldarsi”.

La situazione economica in Siria è catastrofica. L’82% della popolazione vive sotto la soglia di povertà; il 60% è denutrita; il tasso di disoccupazione è impressionante; l’inflazione sta galoppando; la maggior parte delle famiglie non riesce a sbarcare il lunario; la valuta siriana ha perso il 90% del suo valore; i prezzi aumentano ogni giorno. La scarsità aggrava la povertà: razionamento del pane, benzina, elettricità e molti altri prodotti essenziali.

Si necessitano aiuti urgenti

Di fronte a questo aggravarsi dei patimenti dei nostri concittadini, la nostra missione di Maristi Blu è ancora più indispensabile. Siamo supportati da tante associazioni internazionali e da tanti amici a cui sono infinitamente grato. Grazie al loro supporto morale e finanziario, siamo in grado di mantenere tutti i nostri progetti di aiuto e soccorso, educativi e di sviluppo. Ci sono ancora molte famiglie sfollate nella stessa Aleppo.

Continuiamo a distribuire 832 ceste alimentari mensili alle famiglie più vulnerabili e a pagare l’affitto per 200 famiglie che ancora non possono tornare a casa.

Centocinquanta persone beneficiano ogni mese del nostro programma medico, paghiamo per interventi chirurgici, prescrizioni per malattie croniche o per scanner molto costosi.

Il progetto “Goccia di latte” continua la distribuzione mensile a 3.000 bambini con il latte necessario per la loro crescita. Il progetto “Pane condiviso” offre un pasto caldo quotidiano a 230 anziani ultraottantenni che vivono da soli e non hanno più nessuno a sostenerli.

Fuga di cervelli

Vogliamo che i giovani rimangano in Siria e non emigrino. Il Paese e la società hanno bisogno di loro. Siamo rattristati di sapere che migliaia di medici siriani siano emigrati in Germania e Francia. Ieri ho ricevuto un messaggio da un amico e collega gastroenterologo ed endoscopista che mi informava di essere emigrato in Francia pochi mesi fa. Eppure aveva una buona reputazione, era molto ben informato e non aveva perso il lavoro. A una mia domanda ha risposto che pensava al futuro dei suoi figli. A causa della guerra, la Siria ha perso la sua élite: accademici, ingegneri, informatici e medici, che si sono formati gratuitamente nelle Università siriane e che avrebbero potuto partecipare alla ricostruzione del Paese ora si sono stabiliti nei Paesi del Golfo o in Europa; Paesi che beneficeranno gratuitamente di questa forza lavoro qualificata formata da noi ma che, ipocritamente, si lamentano di questa immigrazione che è essenziale per la loro economia e il loro benessere.

Quest’estate, molti Siriani che avevano lasciato il Paese per stabilirsi altrove sono tornati a trascorrere le loro “vacanze” in Siria. Venivano a ispezionare le loro case lasciate in fretta e furia, a sistemare i loro affari, a espletare formalità amministrative, poi ahimè sono ripartiti. Come dice la filastrocca: “tre giri e poi vai via”. Purtroppo, sono pochi quelli che ritornano definitivamente.

Formazione e aiuti all’avviamento di piccole attività

Affinché i nostri giovani rimangano, devono avere un lavoro e tre dei nostri programmi sono destinati a questo scopo. Il Centro di Formazione Marista “MIT” aiuta gli adulti ad acquisire competenze in diversi campi. Il programma “Micro-progetti” incoraggia iniziative sostenibili. In 6 anni abbiamo finanziato più di 200 progetti. Purtroppo, nonostante la formazione offerta ai candidati e l’accompagnamento e il follow-up dei mentori Maristi Blu, il successo di questi micro-progetti non è scontato. La crisi economica, l’inflazione e l’alto costo degli affitti e dei prodotti stanno causando il fallimento di alcuni progetti che all’inizio erano promettenti. Dall’altra parte, molti grandi successi. Penso a T.J. che ha aperto un’officina meccanica, ad A.B. che fa piccole scale a pioli, a S.A. e ad A.C. che ora hanno una barberia. Papa Francesco, nell’intenzione di preghiera del mese di agosto, salutando il coraggio, la creatività e l’impegno dei piccoli imprenditori, ha chiesto di pregare per loro affinché «trovino i mezzi necessari per continuare la loro attività al servizio delle comunità in cui vivono”.

Il programma “Formazione professionale” ci permette di coinvolgere i nostri giovani con dei professionisti per imparare un mestiere. Venti hanno già completato la loro formazione e altri 20 sono in fase di apprendimento. Il giovane R.E. ha imparato in un anno (mentre il suo apprendistato sarebbe dovuto durare 18 mesi) la riparazione e la manutenzione dei cellulari e il suo capo ci ha detto che non aveva più niente da insegnargli e che ora potrà essere il capo di se stesso e volare da solo.

I progetti d’aiuto proseguono con il sostegno di CSI

Heartmade” continua a sviluppare la sua attività e moltiplica i prodotti per arrivare all’autofinanziamento. Sedici donne trovano lavoro lì creando abiti femminili con i tessuti avanzati.

Fin dall’inizio della nostra missione, creiamo un progetto quando sentiamo che ce n’è bisogno e lo chiudiamo quando il suo scopo si è esaurito. È così che abbiamo appena interrotto il progetto “Imparare a crescere”. Invece, “Voglio imparare” continua la sua missione di educazione e istruzione per 120 bambini dai 3 ai 6 anni. Alla fine dell’anno scolastico, sono subentrati i centri estivi con le attività di animazione per seminare un po’ di gioia nel cuore di questi bambini provenienti da famiglie sfollate. Il nostro programma di sostegno psico-sociale “Semi” continua a fare miracoli con i 450 bambini. Per quanto riguarda i progetti “Sviluppo delle donne”, “Taglio e cucito” e “Speranza”, si concatenano sessioni di 3 mesi per soddisfare tutte le esigenze e tutte le richieste.

Ora tocca all’Occidente

Dopo 11 anni di sofferenze, drammi, migrazioni e privazioni, facciamo fatica a vivere e ad irradiare intorno a noi il nostro motto marista: “Semina speranza”. Eppure, è così necessario! Le persone intorno a noi ne hanno bisogno. Non vediamo ancora la fine del tunnel. Le grandi potenze hanno altro pesce da friggere e la questione siriana non è più una priorità per loro. La Siria è diventato “un Paese dimenticato”. Per quanto riguarda le potenze regionali, stanno usando il conflitto siriano per far avanzare le loro pedine nella regione. Fortunatamente, alcuni Paesi arabi e altri hanno superato il ragionamento manicheo secondo cui ci sono buoni da una parte e cattivi dall’altra, e hanno ristabilito le loro relazioni con la Siria. A condizione che i Paesi occidentali facciano lo stesso affinché un dialogo inizi e sia il preludio alla ricomposizione del conflitto e alla pace.

Dottor Nabil Antaki per i Maristi Blu.

Aleppo, 10 agosto 2022

Sull’autore:

Il Dott. Nabil Antaki è responsabile del movimento “Maristi Blu” in Siria, uno dei partner di lunga data di CSI. Il fratello di Nabil è stato ucciso dallo Stato Islamico e il resto della sua famiglia e la maggior parte dei suoi amici hanno lasciato il Paese. Lui e sua moglie Leyla sono determinati a rimanere in Siria per “seminare speranza”.

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