
In Pakistan, le piogge monsoniche insolitamente intense stanno seminando enorme distruzione e sofferenza fra la popolazione, provocando danni incalcolabili. Centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini hanno perso tutto. CSI sta fornendo aiuti di emergenza. Urgono soccorsi.
Una famiglia rannicchiata sotto un telone: hanno perso tutto tranne la vita. csi
Le piogge monsoniche in Pakistan quest’anno erano particolarmente attese a causa della grande siccità. Il monsone, tuttavia si è scatenato con tale violenza da seminare morte e distruzione. In alcune aree del Paese, le piogge insolitamente forti non si sono fermate, provocando alluvioni improvvise che hanno inondato vaste aree spazzando via tutto ciò che hanno trovato sul loro cammino. A fine agosto 2022, il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha twittato al mondo: “L’entità del disastro è maggiore del previsto… 33 milioni di persone sono colpite dalle inondazioni”. In Pakistan è stato dichiarato lo stato di emergenza. L’esercito utilizza elicotteri per portare rifornimenti alle popolazioni dei villaggi completamente isolati dal mondo.
La miseria e il bisogno dilagano. La gente cerca di salvarsi su zattere di fortuna, guadando e nuotando tra le masse d’acqua. Più di mille persone, tra cui molti bambini, sono annegate, ed è probabile che il numero delle vittime aumenti in modo massiccio. L’alluvione ha portato via tutto a centinaia di migliaia di persone: un milione di case sono state spazzate via, il bestiame e le provviste sono andati perduti, il grano e il mais sono marciti nei campi, numerose strade e ponti sono stati distrutti. È un bilancio apocalittico. Il popolo pakistano ha urgentemente bisogno di aiuto, e ne avrà bisogno ancora per molto tempo.
Faqeera Masih, un muratore cristiano, si era recato nella città di Ahmedpur Est in cerca di lavoro quando gli è giunta notizia che il suo villaggio era stato raggiunto dall’alluvione. Allora, si è subito messo in cammino per tornare a casa e vedere come stavano la moglie e i tre figli. Tuttavia, il viaggio che di solito richiede qualche ora si è trasformato per lui in un’odissea: strade distrutte, ponti crollati e pericolose alluvioni improvvise rendevano impossibile proseguire. Arrivato finalmente a casa, Faqeera, scioccato, ha trovato moglie e figli rannicchiati sotto un telone fra le macerie della loro abitazione ormai distrutta. Ora non possiedono più nulla: né cibo, né acqua potabile, né un letto, né un tetto sopra le loro teste. Le alluvioni hanno distrutto tutto! La preghiera di Faqeera si trasforma allora in un grido disperato: oltre a non avere un lavoro, lui e la sua famiglia ora hanno perso anche quel poco che possedevano!
Le alluvioni stanno colpendo più duramente i più poveri che vivono nelle zone rurali. I collaboratori locali di CSI hanno potuto agire prontamente: in due province sono state allestite postazioni mediche di emergenza, dove volontari prestano aiuti di primo soccorso quasi 24 ore su 24 e distribuiscono medicinali essenziali. In condizioni difficili, diverse squadre distribuiscono acqua pulita, cibo e zanzariere. Il tempo stringe: in preda alla disperazione, le persone stanno iniziando a bere acqua sporca e il rischio di epidemie aumenta.
Lo sguardo vuoto di Faqeera Masih tradisce la sua impotenza: Come evolverà la situazione? Come sopravviveranno tutte queste persone ai prossimi giorni? Dove troveranno rifugio? Da dove verrà loro l’aiuto? Decine di migliaia di uomini, donne e bambini si trovano nella stessa situazione di Faqeera e della sua famiglia. La loro disperazione e la loro angoscia sono grandi. Hanno bisogno di aiuto ora!
Rolf Höneisen