Liberata: Agol Chan Gop

Ancora bambina, Agol fu rapita, violentata e ridotta in schiavitù. CSI è riuscita a liberarla e a darle il necessario per vivere in libertà.

Agol Chan Gop (csi)

Agol è nata a Nyinbuli, nel Sudan del Sud. Da bambina le piaceva giocare con i suoi fratellini, due maschi e una femmina dei quali, ora, non sa più niente. Era ancora ragazzina quando, insieme ad altre dodici sue coetanee del villaggio, fu rapita da milizie arabe Janjaweed e portata al Nord. «Durante il viaggio sono stata violentata – racconta. Quando giungemmo al Nord mi separarono dalle altre e mi portarono a Kareau, nel Darfur.» Un tale Ibrahim diventò il suo proprietario e la obbligò a diventare sua moglie. Quando si negava a lui, veniva seviziata. «Una volta mi incise con un coltello» dice Agol. Fu costretta a subire l’infibulazione, a convertirsi all’Islam e a prendere il nome musulmano Saydia.

La giovane doveva occuparsi della grande casa, fare il bucato e pulire il cortile. Ibrahim aveva altre due mogli, che la bastonavano frequentemente. Da mangiare riceveva pochissimo, a volte anche niente.

Agol ebbe due bambini, Mohammed e Musa. «Mi furono strappati dalle braccia al compimento del loro primo anno di età – dice tristemente, – non so dove siano, non so neanche se sono ancora in vita.» Un giorno osò chiedere di loro a Ibrahim, il quale le rispose bruscamente: «Veramente pensi di avere abbastanza sicurezza nella tua vita per accudire dei bambini?»

Il proprietario di schiavi deve lasciare Agol partire.

Agol non ha mai perso il desiderio di tornare a casa. «Ho sempre voluto tornare al Sud – racconta – ma semplicemente non ce n’era possibilità, finché un giorno un uomo, un arabo, venne da Ibrahim. Gli chiese chi ero, da dove venivo; gli impose il mio rilascio, ma egli rifiutò.» L’uomo, un liberatore di schiavi, che lavora per CSI, il giorno successivo tornò, questa volta accompagnato da uomini del capo villaggio armati. Ibrahim, a questo punto, dovette lasciar partire la sua schiava.

Passò la frontiera verso il Sud clandestinamente, assieme ad altri schiavi liberati da CSI. Oggi, anche lei è libera! «Sono molto felice di essere stata portata via dagli artigli di Ibrahim. Adesso me ne vado e cercherò di trovare i miei genitori.» Se ne va, equipaggiata da CSI con uno start-kit, una capra e un sacco di miglio.

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