Profilo
Paese: Iran
Data d’arresto: 26 dicembre 2022
Stato attuale: incarcerato presso la prigione di Lakan, a Rasht
Preghiamo:
- affinché Dio fortifichi ed incoraggi il Pastore Matthias e sua moglie Anna
- affinché la loro figlia adolescente sia adeguatamente seguita mentre i suoi genitori sono in prigione
- affinché Matthias, Anna e gli altri due convertiti che sono stati arrestati non siano perseguiti dalla giustizia
- affinché le autorità iraniane smettano di considerare criminali le attività pacifiche delle varie comunità religiose
Aggiornamenti
2023
28 gennaio | La moglie di Matthias, Anna, è stata rilasciata dietro il pagamento di una cauzione di 180 milioni di toman (circa 4’000 USD). Anna è tuttora accusata, fra le altre cose, di “propaganda contro il regime” e “disturbo dell’ordine pubblico”.
3 gennaio | Anna viene convocata dai servizi segreti a Bandar Anzali, dopodiché viene anche lei arrestata e portata alla prigione a Rasht.
2022
- 26 dicembre | Agenti dei servizi segreti fanno irruzione in una chiesa domestica dove è in corso una celebrazione natalizia. Il Pastore Matthias e due altri cristiani convertitisi dall’Islam vengono arrestati e portati alla prigione di Lakan, a Rasht.
Da gennaio 2022 | Il pastore Matthias è detenuto nel carcere di Anzali in quanto è considerato “nemico pubblico”. Sebbene in prigione, gli sono concessi regolari congedi carcerari durante i quali continua a svolgere clandestinamente servizi nella chiesa domestica locale.
Gennaio 2022 | Un giudice della Corte suprema annulla la sentenza d’appello del caso del 2014 e conferma la condanna iniziale di Matthias.
2021
- Dicembre | In un altro caso giudiziario, il Pastore Matthias è uno dei nove convertiti rilasciati dopo che la loro condanna a cinque anni per “aver messo in pericolo la sicurezza dello Stato e promosso il sionismo” è stata rivista. Sono stati tutti assolti nel febbraio del 2022.
2014
- Il Pastore Matthias viene condannato a sei anni di carcere per “aver messo in pericolo la sicurezza dello Stato”. Lo stesso anno impugna con successo tale decisione ma nel gennaio 2022 un giudice della Corte suprema annulla la sentenza d’appello e conferma la condanna iniziale.