Pregate per le parti sofferenti del Corpo di Cristo
La preghiera di intercessione per questo mondo fa parte della nostra vocazione di cristiani. In modo particolare siamo chiamati a invocare l’aiuto dell’Onnipotente per chi soffre. Ma come facciamo a sapere per chi pregare?
Naturalmente, preghiamo per la nostra famiglia, per gli amici e per le altre persone, di cui conosciamo personalmente le necessità. Molti di noi pregano anche per le vittime di catastrofi lontane – guerre, carestie, disastri naturali – di cui veniamo a conoscenza attraverso i media ufficiali.
Purtroppo, se le nostre intenzioni di preghiera si basano unicamente su ciò che trasmettono i telegiornali, corriamo il rischio di trascurare coloro che dovrebbero esserci più vicini: le migliaia di persone che nel mondo vengono uccise, picchiate, violentate, imprigionate e discriminate perché si identificano con la nostra fede cristiana.
La Bibbia ci dice che queste vittime della persecuzione sono fratelli e sorelle in Cristo. Sono parti del grande Corpo di Cristo mondiale, a cui apparteniamo. “Quando una parte soffre”, ci dice l’apostolo Paolo, “tutte le parti soffrono con essa”. (1 Cor 12-26)
Potete fare la differenza, esortando alla preghiera per i cristiani perseguitati nel mondo nel vostro culto settimanale e nei vostri incontri di preghiera.
CSI può aiutare. Ogni mese pubblichiamo nomi e dettagli di cristiani che soffrono per la loro fede. Potete usare concretamente queste informazioni per le vostre preghiere di intercessione. In questo modo contribuite a orientare i nostri cuori e pensieri verso determinate persone.
Volentieri vi manderemo anche le notizie relative alla liberazione di prigionieri cristiani, schiavi, lavoratori in schiavitù e vittime del traffico di esseri umani, in modo che possiate usarle per le vostre preghiere di lode e di ringraziamento.
Gli aggiornamenti mensili delle intenzioni di preghiera sono disponibili su questa pagina.
Che l’Onnipotente vi benedica.
Dott. John Eibner
Preghiamo regolarmente per le persone perseguitate a causa della loro fede: durante le funzioni religiose, nei gruppi di preghiera o individualmente. Vi inviamo volentieri per e-mail le intenzioni di preghiera una volta al mese. Iscrivetevi!
Da quando Tobibul si è convertito dall'Islam al Cristianesimo, 11 anni fa, lui e la sua famiglia hanno dovuto far fronte a ripetute minacce e intimidazioni dalla comunità locale. A novembre 2023 la polizia l’ha arrestato dopo che un vicino lo aveva accusato di blasfemia. A gennaio il 39enne è stato rilasciato su cauzione. Le accuse, tuttavia, non sono state ritirate.
Ringraziamo il Signore per il rilascio di Tobibul e preghiamo per tutti i cristiani perseguitati e oppressi in Bangladesh.
Achok (25 anni) è nata in schiavitù in Sudan. Dopo che il suo padrone l'ha venduta a un altro proprietario di schiavi non ha mai più rivisto i suoi genitori. Il suo padrone l’ha maltrattata senza pietà e le ha portato via tre dei suoi quattro figli. A gennaio, Achok è stata ricondotta nel Sudan del Sud dai liberatori di schiavi incaricati da CSI. La donna è felice di essere libera ma prega di potersi ricongiungere con i figli che le sono stati portati via.
Ringraziamo il Signore perché Achok è stata liberata e preghiamo per tutte le persone rese schiave in Sudan.
Nel 2019 Noman Masih, un cristiano di 24 anni, è stato accusato di blasfemia insieme a suo cugino Sunny. Sunny è stato rilasciato su cauzione a gennaio 2023. Noman, invece, a maggio 2023 è stato dichiarato colpevole pur in assenza di prove. Come tutti i condannati per blasfemia in Pakistan rischia la pena di morte.
Preghiamo per Noman, che è in prigione da quasi cinque anni, e per tutti coloro che soffrono per le leggi pakistane draconiane contro la blasfemia.